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Il mercato italiano dei semi di cannabis è una tipologia di mercato in netta espansione, specie negli ultimi anni, per via della crescente richiesta delle tipologie di semi ad oggi disponibili.
Tuttavia, è doveroso ricordare che far germogliare i semi di canapa non è permesso nel territorio italiano; questo preclude la possibilità di acquistare i semi per creare delle piante fai da te, ma è possibile farlo solo per collezione o per scopi alimentari.
La straordinaria celebrità dei semi di canapa è una realtà anche grazie all’enorme e ingente presenza di svariate tipologie che permettono un diverso utilizzo, in base a differenti effetti e proprietà: una di queste è senza dubbio il seme di canapa femminizzato.
Di cosa si tratta, quali sono le differenze esistenti tra questa e altre tipologie di semi di canapa e perché sono ottimi da utilizzare?
Cerchiamo di sviscerare la risposta a tali quesiti in questo brevissimo articolo, fornendo una breve ma esaustiva panoramica!

Semi di canapa femminizzati: definizione e significato del nome

Per coloro che si stanno approcciando per la primissima volta al campo dei semi di marijuana e non conoscono le tipologie o le nomenclatura, la dicitura “femminizzati” potrebbe trarli in inganno, portandoli a pensare che esso sia un aggettivo che vada a qualificare tali semi a seconda del loro sesso.
È inutile dire come tale linea di pensiero sia totalmente errata, dato che i semi non possiedono un genere vero e proprio, ma è la pianta ad essere dotata di una classificazione generica.
In particolare, la pianta di marijuana può essere di genere maschile o femminile e, in alcuni casi, anche ermafrodita: questa caratteristica non fa che modificare radicalmente la sua resa e il suo target d’utilizzo.
In che modo?
Le piante di genere maschile hanno una valenza del tutto naturale, dato che favoriscono l’impollinazione e la riproduzione delle specie animali; non solo, esse trovano un utilizzo non indifferente nel mercato tessile, dal momento che le loro fibre sono adatte alla creazione di tessuti vari.
Al contrario, le piante femminili hanno il loro principale target fissato sulla produzione di infiorescenze.
Veniamo alla definizione vera e propria di seme di canapa femminizzato: esso non è altro che un seme speciale avente la probabilità del 99% di far nascere una pianta di canapa di sesso femminile.
Com’è possibile dire questo?
Le infiorescenze che avranno luogo a partire dalla produzione della pianta femminile saranno ricche di THC quando le ore di luce delle quali la pianta godrà saranno inferiori a quelle di buio.
Questo speciale periodo di tempo è collocato al termine della stagione estiva, quando le giornate di accorciano, con prevalenza di ore notturne a discapito di quelle diurne, fenomeno naturale accompagnato anche dalla riduzione progressiva delle temperature.
Qual è la reale valenza dei semi di canapa femminizzati?

I benefici dei semi di canapa femminizzati e le differenze con i semi autofiorenti

La reale valenza dei semi di canapa femminizzati è evidente dal loro utilizzo sempre più crescente nel ramo hobbistico, per coloro che vivono in nazioni che consentono la coltivazione di marijuana, ma anche per coloro che coltivano a livello professionale, strumento utilissimo per ottimizzare le proprie colture finalizzate alla produzione di fiori.
Che dire, invece, dei semi autofiorenti femminizzati?
I semi autofiorenti di marijuana non sono altro che semenze femminizzate, cioè con alta probabilità di dar vita a piante femmine, aventi la capacità di passare dalla germinazione alla fioritura in pochissime settimane, notevole vantaggio dato che tale processo porta via molto più tempo in condizioni standard.
Questa caratteristica fa si che i semi di marijuana germinati diano luce a fiori ricchissimi di THC automaticamente, senza la necessità delle consuete ore di luce e di buio.
Tutto ciò porta alla possibilità di coltivare anche i semi femminizzati indoor, ossia in appositi ambienti al chiuso, dato che, come già detto, le ore di luce e di buio non sono più necessarie, processo attuabile in qualsivoglia stagione, indipendentemente dal periodo dell’anno.
Oltre a tale varietà, esiste anche la marijuana orange bud, una specie di marijuana dotata di molteplici fragranze di agrumi che, a seconda del fenotipo, variano, regalando all’olfatto e al gusto aromi e sapori che vanno da quelli della pesca a quelli dell’arancia.
I valori di THC di questa pianta si assestano sui 16,5%, ideali per fornire agli appassionati un’ottimale dose di energia.
Quali sono le differenze che intercorrono tra semi autofiorenti e semi femminizzati?

Semi di canapa femminizzati e semi autofiorenti: le differenze

Come già detto, entrambe le tipologie di semi hanno in comune la femminizzazione: pertanto, in entrambi i casi, le probabilità di ottenere una pianta femmina sono elevatissime.
Tuttavia, la pianta che si origina a partire da un seme femminizzato è diversa da quella nata da un seme autofiorente: essa si differenzia nel livello delle difese immunitarie, nella sua grandezza, nei tempi di fioritura e nella resa del raccolto di infiorescenze ricche di THC.
Come già detto, le piante che derivano dalla crescita del seme femminizzato hanno necessariamente bisogno di precise ore di luce e buio prima di fiorire, a differenza di quelle che si originano da semi autofiorenti, che possono essere coltivate anche indoor.
Le piante nate e cresciute da semi femminizzati possono raggiungere i 4 metri di altezza, mentre quelle autofiorenti sono molto più basse, con un’altezza massima di 80 cm.
Quest’ultima tipologia include una resistenza innata a funghi, parassiti vari e a muffe, mentre i semi femminizzati che originano piante femmine possiedono un ciclo vitale piuttosto lungo, il che le rende particolarmente vulnerabili all’attacco di invasori biologici esterni.
Infine, la resa finale di piante derivanti da semi femminizzati è molto più efficiente rispetto alle autofiorenti, la quale energia viene indirizzata verso la crescita in sè piuttosto che sulla resa.
Pertanto, se si deve operare una scelta tra le due tipologie di semi di canapa, quale preferire?
Nel caso in cui si abiti in un contesto che rende possibile la coltivazione di piante di canapa, i semi femminizzati danno origine a piante maestose esteticamente, dotate di una resa elevata e di un raccolto disponibile tutto l’anno; al contrario, i semi autofiorenti danno origine a piante dalle dimensioni contenute, dalla produzione floreale molto rapida e dagli svariati raccolti annuali.
Va da sè che i semi autofiorenti sono ideali per le coltivazioni indoor, mentre quelli femminizzati per l’outdoor.