Google Analytics: che cos'è, come funziona e a che cosa serve?

Chi lavora nel campo del web, che si serva di un sito di editoria o di un e-commerce, sa che non si può prescindere dall’utilizzo di Google Analytics per migliorare la propria condizione e la vivibilità del proprio sito. Lo strumento in questione non può essere considerato come secondario, dal momento che si tratta di un qualcosa di fondamentale per il perfezionamento del proprio progetto e per il successo della propria attività web. Tuttavia, non sempre è possibile conoscere – nello specifico – quali siano le determinazioni di Google Analytics ed è per questo motivo che questo stesso può essere utilizzato attraverso una serie di caratteristiche esplicative che rendono particolarmente importante ed efficace il suo utilizzo. Ecco tutto ciò che c’è da sapere a proposito di che cosa sia, come funzioni e a che cosa serva Google Analytics.

Che cos’è Google Analytics?

Al fine di comprendere quali siano le determinazioni di Google Analytics, non si può prescindere dal conoscere che cosa sia questo stesso strumento. Si tratta, effettivamente, di uno strumento di analisi web che, servendosi di una serie di caratteristiche adatte al controllo e alla gestione di tutti i flussi di dati e di utenza provenienti da un pubblico selezionato, permette di comprendere – in soldoni – quali siano i “numeri” di un sito: visitatori, sessioni, pagine visualizzate, fonti di traffico, nuovi utenti e visitatori e tanto altro ancora.

Il successo di Google Analytics non ha pari e ha portato lo strumento a essere, di gran lunga, il più utilizzato sul web per la gestione e il controllo dei dati, tanto che quota di mercato, a proposito dei 10 migliori siti presenti sul web, vede lo strumento in questione avere una percentuale dell’85,4%.

Come funziona Google Analytics e a che cosa serve?

Risulta essere chiaro, a questo punto, considerare quali siano le funzionalità di Google Analytics e quale l’effettiva utilità che deriva dall’utilizzo di questo stesso strumento. Risulterebbe essere sbagliato, in linea di massima, lavorare in una determinata attività senza conoscere le basi strutturali della stessa: chi ha un blog o un sito di editoria deve sapere come orientare i propri prodotti o come scegliere il proprio target in base a interessi prestabiliti; chi vende attraverso un e-commerce ha bisogno di capire quale sia il proprio pubblico, da quale fonte di ricerca e selezione derivano i propri acquisti e tante altre informazioni.

Insomma, il controllo di una serie di specifiche, relative non soltanto al traffico ma anche al comportamento del pubblico (frequenta di rimbalzo, tempo di permanenza sul sito, numero di pagine aperte e visualizzate, sessioni e tanto altro ancora), permette di gestire perfettamente il proprio progetto, in modo che le attività realizzate non siano casuali ma strutturate sulla base di una consapevolezza del comportamento del pubblico. Ciò funziona attraverso il cosiddetto metodo di page tag, che permette – attraverso un codice di tracciamento, di visualizzare tutti i dati di navigazione di un dato utente, che viene analizzato sia singolarmente per quel che concerne il suo comportamento, sia in una visione di collettività che riguardi interessi e non interessi. Il page tag è un GATC, Google Analytics Tracking Code e, funzionando come frammento di codice JavaScript, permette di raccogliere tutte le informazioni ricercate a proposito dell’utenza.