Tra le tante tipologie di investimento a disposizione degli utenti finanziari, una, più di altre, sembra resistere nonostante l’incessante passare del tempo: i buoni fruttiferi postali. In un’epoca come quella attuale, dominata dall’incertezza causata dalla pandemia, essi rappresentano un porto sicuro per qualsiasi investitore, in quanto, a differenza della maggior parte degli altri asset finanziari, sono garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti, nota ai risparmiatori anche con l’acronimo di “CDP”.
Per quei pochi che non lo sapessero, la Cassa Depositi e Prestiti è un’istituzione finanziaria pubblica, di ultracentenaria costituzione, che raccoglie tutto il risparmio postale per finanziare opere pubbliche e supportare le aziende italiane. In questo particolare periodo storico, con l’economia stantia e le imprese in grande difficoltà per l’emergenza sanitaria, questa istituzione assurge un ruolo ancor più fondamentale per le sorti del nostro paese.
Buoni fruttiferi cartacei o dematerializzati
Questo strumento del risparmio si può dividere, essenzialmente, in due macro categorie: buoni fruttiferi cartacei; buoni fruttiferi dematerializzati. Nel primo caso, il sottoscrittore, ricalcando quanto avveniva sin dal momento in cui nacquero, ottiene la materialità del titolo (il caro e vecchio “pezzo di carta”), mentre nel secondo caso – come avviene per la maggior parte degli strumenti finanziari – entra in possesso del titolo pur non disponendo di alcun documento “fisico”.
Inutile negare come quest’ultima opzione sia quella più in voga negli ultimi vent’anni, anche perché consente, ad esempio, di evitare spiacevoli situazioni quali, ad esempio, lo smarrimento del titolo. Navigando nella grande rete telematica, si possono ottenere maggiori informazioni sui buoni fruttiferi postali dematerializzati ed avere un quadro più chiaro ed esaustivo sul loro funzionamento.
Un elemento di forte appeal dei buoni fruttiferi postali è, senza alcun dubbio, di carattere fiscale: differentemente dalla maggior parte degli asset finanziari, eccezion fatta per i titoli di stato, la ritenuta fiscale applicata sugli interessi non è del 26% ma del 12,50%; rispetto ai bond sovrani, inoltre, non sono esposti alla volatilità del prezzo. Un risparmio significativo di imposte, specie se la somma veicolata non è di importo irrilevante.
Nulla cambia, invece, per quanto concerne il pagamento dell’imposta di bollo: al pari di tutti gli strumenti finanziari, i buoni fruttiferi postali prevedono il pagamento dello 0,20% annuo del loro controvalore contabile al 31/12, a patto che la somma complessiva sia di importo superiore a €.5000,00.
Buoni per minori: quando si possono sottoscrivere
Se sono presenti più buoni fruttiferi postali egualmente intestati di importo singolo inferiore a €.5000,00, verranno sommati tutti i saldi presenti e, qualora fosse raggiunta la predetta soglia, scatterebbe automaticamente il pagamento dell’imposta.
È bene ricordare, che un buono fruttifero resta tale solo ed esclusivamente sino alla data di scadenza dello stesso. Un aspetto all’apparenza irrisorio. E che, invece, è opportuno evidenziare: sino al 2000, infatti, i buoni rimanevano fruttiferi sino al trentesimo anno dalla loro emissione. Oggi, invece, una volta giunti a scadenza, qualora non fossero liquidati dal sottoscrittore, restano in essere senza offrire alcun tipo di remunerazione.
Un’altra significativa differenza rispetto al passato, riguarda la possibilità di poter far sottoscrivere i buoni a persone minorenni. Se un tempo, i buoni fruttiferi erano a disposizione, indistintamente, per adulti e minori, oggi, per i secondi, esiste un prodotto specifico a loro dedicato: il Buono per minori.
Esso può essere sottoscritto in favore del minore, da parte di chi esercita la patria potestà, a patto che lo stesso non abbia superato i 16 anni e 6 mesi d’età e può restare in vigore, alle condizioni contrattualmente pattuite, fino al raggiungimento della maggiore età del ragazzo/a. Da qualche anno, infine, i buoni fruttiferi postali possono essere sottoscritti comodamente online, oltre che allo sportello postale.